Il decreto Gelmini di riordino del sistema universitario è legge. La Camera ha dato il via libera definitivo con 281 voti a favore (Pdl e Lega), 196 contrari (Pd e Idv) e 28 astenuti (Udc, i senatori di questo partito avevano votato contro). La nuova legge riguarderà le 107 università pubbliche italiane.
Quattro gli interventi più significativi:
1. Concorsi: sorteggio nella composizione delle commissioni che giudicheranno gli aspiranti professori e i ricercatori;
2. Finanziamenti: sarà applicato un metodo meritocratico all'erogazione dei finanziamenti statali. I criteri riguarderanno offerta formativa, ricerca scientifica, efficienza delle sedi didattiche. I parametri per individuare le università più virtuose verranno definiti dl Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e dal Cnvsu (Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario);
3. Assunzioni: le università con una spesa per il personale superiore al 90% dello stanziamento statale (Fondo Finanziamento Ordinario) non potranno bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale amministrativo. Per gli altri atenei il blocco del turn over passa dal 20% (che continua a valereper altre amministrazioni) al 50%, di cui almeno il 60% riservato ai nuovi ricercatori (i bandi di concorso per posti di ricercatore già banditi, che riguarderanno 2300 ricercatori, sono esclusi dal turn over; sono inoltre esonerati dal blocco del turn over gli enti di ricerca);
4. Borse di studio: sono stanziati 135 milioni di euro per finanziare borse di studio destinate a ragazzi meritevoli privi di mezzi economici; inoltre sono stanziati 65 milioni per realizzare nuovi alloggi per gli studenti e residenze universitarie per 1700 nuovi posti letto (i 200 milioni complessivi sono prelevati dal Fas-Fondo per le aree sottoutilizzate).
Qui potete leggere l'ABC del Decreto sull'Università (curato da Nicoletta Cottone per Il Sole 24 Ore).
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