venerdì 27 febbraio 2009

Bastano i soldi per una scuola di qualità?

Vi invito a leggere l'articolo di Alessandro Baricco pubblicato su Repubblica del 24/2/2009. Potete leggerlo cliccando qui. E' un articolo coraggioso, si intitola: Basta soldi pubblici al teatro meglio puntare su scuola e tv. Ed è un articolo denso di spunti. Copio qui la parte che riguarda più da vicino la scuola e, in generale, l'educazione:

"Spostate quei soldi [pubblici, ndr], per favore, nella scuola e nella televisione. Il Paese reale è lì, ed è lì la battaglia che dovremmo combattere con quei soldi. (...) Che senso ha salvare l'Opera e produrre studenti che ne sanno più di chimica che di Verdi? Cosa vuol dire pagare stagioni di concerti per un Paese in cui non si studia la storia della musica neanche quando si studia il romanticismo? Perché fare tanto i fighetti programmando teatro sublime, quando in televisione già trasmettere Benigni pare un atto di eroismo? Con che faccia sovvenzionare festival di storia, medicina, filosofia, etnomusicologia, quando il sapere, in televisione - dove sarebbe per tutti - esisterà solo fino a quando gli Angela faranno figli? Chiudete i Teatri Stabili e aprite un teatro in ogni scuola. Azzerate i convegni e pensate a costruire una nuova generazione di insegnanti preparati e ben pagati.".

Commento: come? Sicuri che basti "mettere soldi"? Come "costruire una nuova generazione di insegnanti preparati e ben pagati"? E' più utopistico il "ben pagati" o i "preparati"? Come vedete, interrogativi aperti. Come Legambiente abbiamo dato e continuiamo a dare il nostro contributo attraverso la "formazione dei formatori" con l'Associazione Professionale Legambiente Scuola e Formazione. Attraverso l'educazione ambientale cerchiamo di educare alla complessità, alla coprogettazione, al senso critico, alla sostenibilità ambientale... ma se poi ci chiedono la lezioncina sui rifiuti, che ci possiamo fare?


2 commenti:

Unknown ha detto...

Caro Andrea,
ovviamnete i soldi non sono sufficienti, ma aiutano. Personalmente trovo la provocazione di Baricco utile, e al di là di essa, condivido la necessità di intervenire là dove si crea la conoscenza (o si dovrebbe) e il gusto per la cultura.
Che significa però: selezione all'ingresso nell'insegnamento, formazione, diversificazione delo stipendio in base all'impegno, aggiornamento.
L'insegnamento è un lavoro, non una missione, ma senza passione è un serviaio vuoto

riccarda ha detto...

Piu' che "basta soldi al Teatro, apriamo teatri a scuola"io direi "portiamo" il Teatro a scuola (che ci farebbe anche risparmiare i soldi dell'analista da adulti..); personalmente sono dell'idea che Teatro e Musica facciano parte della nostra tradizione e che quindi sia doveroso che lo Stato preveda finanziamenti. Non vado molto a Teatro ma mi conforta e rassicura sapere che c'è (e che è raggiungibile in metropolitana..).
Baricco ha ragione invece quando mette l'accento sul fatto che riteniamo la scuola come saparata da cio' che è cultura; a questo bisognerebbe porre rimedio, ma negare i soldi al Teatro per darli alla TV non è una soluzione.
E' vero poi che bisognerebbe passare alla seconda alfabetizzazione e insegnare a leggere e scrivere il moderno ma prima bisognerebbe concludere la prima e riuscire TUTTI in Italia a leggere e scrivere. (sarebbe già un bel risultato!)