Tutta Legambiente esprime dolore, ma anche tanta rabbia per la morte di Luisa, storica esponente dell’associazione, da anni impegnata nella difesa delle vittime dell’amianto.
Così’ l’associazione ambientalista si unisce alla famiglia nel ricordo di Luisa Minazzi, deceduta questa mattina a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, stroncata dal mesotelioma pleurico, una forma di cancro legata all'esposizione all'amianto. Simbolo del movimento contro la fibra killer, protagonista di importanti battaglie ambientaliste, fu tra le fondatrici di Legambiente a Casale e assessore comunale all'ambiente, contribuendo all'ordinanza con la quale fu proibito l'uso di Eternit nell'intero territorio.
“Queste morti silenziose non rubano le prime pagine dei giornali – ha commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente - eppure Luisa era riuscita a far sentire forte la sua voce, raccontando la malattia che l’aveva colpita e quella delle altre 3000 vittime da eternit di Casale Monferrato. Un paese di 35000 abitanti in cui ci sono 50 nuovi casi l’anno di malati da amianto. Così ora mentre le cronache nazionali, le grandi televisioni, e dunque il Paese, sembrano davvero scoprire - adesso, finalmente - cos'è il dramma dell'amianto, il messaggio di Luisa Minazzi rimane indelebile nella storia per aver sensibilizzato l'opinione pubblica su una tragedia immane, ma anche come traccia di speranza per vincere una battaglia che solo qualche anno fa sembrava impossibile. E’ per questo che, seguendo il grande insegnamento di Luisa, proseguiremo quella stessa lotta, nel ricordo della sua tenacia e dell’impegno, che da sempre ha messo al servizio delle battaglie civili”.
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