martedì 3 marzo 2009

LA BOTTEGA RINASCIMENTALE COME MODELLO EDUCATIVO

Un mio grande maestro parla spesso di bottega rinascimentale come paradigma educativo da recuperare.
La parola "bottega" mi piace: sa di raccolto, di condivisione, di incontro. Mi piace la "bottega rinascimentale" in cui maestri e allievi lavoravano assieme, vivevano assieme inventando, rinnovando, suggerendo, realizzando. Verbi che troppo spesso rimangono fuori dalla porta d'ingresso delle nostre scuole.
La bottega era "efficace": i suoi prodotti mobilitano ancora oggi grandi numeri di visitatori. Ne sentiamo la necessità.
Nella bottega si incontrano specializzazioni diversi, ruoli diversi: ma tutti lavorano in prima persona, con calibrata responsabilità rispetto all'opera finale, partecipazione del singolo al lavoro di altri, arricchimento personale e PER QUESTO arricchimento del gruppo, ma anche arricchimento del gruppo e PER QUESTO arricchimento personale.
In bottega il lavoro non è fittizio ma consistente, è prova della propria capacità, fiducia nella propria intraprendenza, fierezza dei risultati, umiltà nel valutarli.
Forse, in un periodo in cui pare che la sopravvivenza della scuola stia nei vari pedagogismi, riprendere in considerazione la bottega rinascimentale potrebbe dare utili suggestioni!



3 commenti:

Unknown ha detto...

Bello, credo anch'io nel valore della bottega, ma secondo me il termine bottega non ha la giusta attrattiva, bisognerebbe trovare un termine esotico che nei giovanissimi, richiama l'attenzione.

Andrea Trisoglio ha detto...

Vediamo un po': bottega è poco esotico; accademia troppo aulico; scuola troppo banale; atelier troppo snob... per ora bottega è il più convincente. Altre proposte?

Lidia Crivellaro ha detto...

Sarebbe proprio bello avvicinare i giovani ai valori tradizionali che con gli anni sembra siano andati perduti.
Avanti così!!